22 dicembre 2015

PICCOLO DIZIONARIO NATALIZIO DEGLI AMICI DEL SIG. MOVIMENTO NO TAV

riceviamo e diffondiamo:
 
PICCOLO DIZIONARIO NATALIZIO DEGLI AMICI DEL SIG. MOVIMENTO NO T.A.V.

Udine, 21 dicembre 2015

Per ognuno di questi mitici No T.A.V. si segnala giusto qualche punto, qualche impresa qua e là, nella trepidante attesa che arrivi sulla slitta Babbo Machiavelli, o San Niccolò (Machiavelli), sulla slitta dal Polo Val Susa… insieme alla Befana.

Erri De Luca
1. Fan dei Servizi segreti. Ha dichiarato: «In Italia in passato si è parlato di Servizi segreti deviati che intralciavano le indagini. Ne eravamo diventati diffidenti. Ora non èè più così: i Servizi sono percepiti come un sistema di sicurezza che serve a difendere tutti, come dimostra la lotta al terrorismo internazionale. La raccolta di informazioni è vitale per un paese»1.
2. Fan di Salvini e nemico dei sabotaggi contro l’Alta Velocità. Ha dichiarato: «Certo che ha ragione [Matteo Salvini a dire che i sabotatori del T.A.V. extra-valsusino vanno incarcerati]. Quelli di sabato [in occasione della presenza di Salvini, Lega e CasaPound a Bologna] che hanno danneggiato la linea [T.A.V.] Milano-Bologna non hanno niente a che vedere con il movimento di resistenza più che ventennale in Val Susa. Se ti metti a scassare le cose poi le paghi»2.
3. Sionista. 1. Ha scritto una poesia in cui condanna la resistenza palestinese e omaggia Israele, pubblicata su un giornale sionista israeliano3. 2. Ha scritto su Facebook: «Si è sionisti perché si ammette l’evidenza storica dello Stato di Israele? Chi si augura la sua cancellazione è partigiano di uno sterminio su scala di massa. In quella regione occorrono due Stati ben divisi, non zero Stati e al loro posto il deserto. A qualcuno piace che ragazzini palestinesi vadano a farsi uccidere per accoltellare vecchietti ebrei? Evidentemente sì. Non appartengo alla categoria. […]. Il primato che qualcuno vuole assegnare alla questione palestinese serve a distogliere l’attenzione dalle urgenze che più determinano il futuro prossimo»4. Una persona ha commentato: «Scusi, a lei piace che i ragazzini israeliani siano costretti a fare il servizio militare e forse anche a picchiare, arrestare e qualche volta a uccidere quei bambini palestinesi?»5. Facebook, per volere di De Luca, ha bloccato quest’utente6.

Ferdinando Imposimato
1. Sbirro. Imposimato era uno sbirro, vicecommissario della polizia di Stato dal 1962, a Brescia e poi a Forlì7.
2. Magistrato. Non contento – essere uno sbirro è troppo poco –, nel 1964, diventa pure magistrato8.
3. Repressore delle Brigate Rosse. Fu giudice istruttore istituente il processo per il rapimento e l’abbattimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse9, repressione che porto all’arresto alla fine di decine di compagni e che inflisse decine di ergastoli e centinaia di anni di galera10.
4. Tra proibizionismo, Gianni De Gennario e Giancarlo Caselli. Nel 1986 diviene responsabile dell’O.N.U. per il proibizionismo sulle droghe. Per questo progetto collabora con il boia del G8 di Genova Gianni De Gennaro e con Giancarlo Caselli, boia dei nemici dell’Alta Velocità11.

Livio Pepino
1. Magistrato. Oltre a Imposimato è Pepino l’altro l’altro magistrato (con incarichi prestigiosi per il loro mondo)12-mascotte del sig. Movimento No T.A.V. (“No” solo se nel paradiso terrestre della Val Susa, altrimenti diventa un accorato “sì” o “in galera chi è per un nome che non resti a parole”, si veda il mitico De Luca, su). Come ogni magistrato è il boia che anziché ammazzare chi non rispetta le opinioni dell’entità della Stato, seppellisce sotto anni e anni di galera.
2. Collaborazione con Caselli. Nel 2005, quindi già in piena lotta No T.A.V., Pepino pensa bene di scrivere un libercolo legalitario proprio con Caselli, nonstante alcuni No T.A.V. pensino che tra lui e Caselli vi fosse «odio»13. Eppure il libro esiste veramente e si intitola niente meno che – sentite che espressioni di lotta – A un cittadino che non crede nella giustizia, edito da Laterza14.

Beppe Grillo
1. Amico dei fascisti. Grillo, che quando vuole scorazza per la Valle Incantata, ha da tempo specificato che nel suo Movimento (un altro dal nostro mitico) i neo-nazi-fascisti di CasaPound sono i benvenuti. Poi, se non fosse chiaro, si è inserito in Europa nell’E.F.D., alleato quindi dei fascisti Lega Nord e Fronte Nazionale di Marine Le Pen. Adesso è chiaro. Soprattutto a Perino. Pertanto i grillini continuano a stare nel Movimento No T.A.V..

Sì, è veramente curioso che persone che si definiscono “anarchici” stiano fianco a fianco con questi elementi. Se ne è già scritto tanto. Ma lo schifo non è mai troppo, quindi volevo spenderci qualche parola sopra.
E poi, in fondo, Val Susa, si sa, è la mitica terra, la Valle Incantata, dove, anziché trovare simpatici dinosauri parlanti, il bianco diventa nero e il nero il bianco, dove i nemici dei sabotaggi, come Erri De Luca si esaltano a parlarne (solo da un punto di vista simbolico, sia chiaro) e i nemici dello Stato sfilano fianco e fianco di sindaci, magistrati e grillini, alleati a livello europeo di Lega Nord e Marine Le Pen.
Evidentemente si ritiene che la lotta No T.A.V. sia più importate di tutto, e quindi quelli che dovrebbero essere nemici delle galere sacrificano l’odio verso i magistrati, che seppelliscono le persone sotto anni e anni di carcere, in nome della superiore lotta valsusina. E tutto perde di colpo d’importanza, perché quel treno non s’ha da fare, costi quel che costi, la coerenza, la dignità, l’antifascismo…, qualunque cosa. Tutto in nome della ragion politica. Della ragin di Stato, si diceva una volta. Il fine giustifica i mezzi.
Quel magico Polar Express, o il suo no perinista, ha il potere si far diventare amici i nemici. Che meraviglia. La lotta No T.A.V. è veramente natalizia. In Val Susa, come a Natale, siamo tutti più buoni, mangiamo Bauli e ci vogliamo tutti più bene.
Dai, corriamo ad aspettarlo sotto il camino! Machiavelli arriva sulla slitta.

Individualità anarchica che non vuole né partire né tornare insieme a queste merde

BRESCIA: ORDIGNO CONTRO SCUOLA DI POLIZIA

riceviamo e diffondiamo:
Si apprende dal pattume mediatico di regime che alle 04:37 di venerdì 18 dicembre 2015 davanti alla scuola di polizia di Brescia è esplosa una bomba che ha danneggiato il portone blindato.
La D.I.G.O.S. parla di pista anarco-insurrezionalista, collegando la bomba al Dicembre Nero.

PROCESSO "COMPRESSORE": RIGETTATA ACCUSA DI TERRORISMO

Fonte
Dopo una lunga mattinata, con il procuratore generale di Torino Maddalena che punta sulla suggestione e lo stordimento - citando tra gli altri Feltrinelli, Jan Palach e la figlia di Adinolfi - e le tre distinte repliche degli avvocati, poco dopo le 15.20 arriva la sentenza: viene confermata la condanna di primo grado, rigettata l'aggravante di terrorismo, niente 270 sexies.

Per una completa trascrizione degli interventi e la cronologia del processo rimandiamo a tgmaddalena.it

UDIENZA CONTRO ANDRE,PIPPO E TOMMY E VOLANTINO


Mercoledì 16 dicembre si è tenuta l'udienza del processo contro Andre, Pippo e Tommy: compagni accusati dell'incendio di un casolare in provincia di Parma, sede di svariate iniziative di casapound. E' stata accettata la richiesta di rito abbreviato condizionato, mentre sulla revoca delle restrizioni sulle misure cautelari, il giudice si è riservato alcuni giorni per decidere.

Segue il testo di un volantino distribuito:


GUERRA AL FASCISMO!!!!
GUERRA ALLA GUERRA!!!!


“...Fanculo Martha Stewart. Martha sta lucidando le maniglie sul Titanic,
va tutto a fondo, bello...”
(Tyler Durden)

Tra uno shopping  natalizio, chi vincerà x-factor e l'ultima frase/foto ad effetto su facebook, un po' distratti forse non ci rendiamo conto di essere in guerra.

Una guerra che ha fatto e continua a fare milioni di morti, non troppo distante da noi,
una guerra da cui continuano a scappare milioni di persone (sarebbe curioso vedere cosa faremmo noi se dal cielo piovessero bombe, e non la neve, che rende più romantico il natale).

Una guerra di rapina, fatta dall'occidente, dalla NATO, dalle grandi potenze, sotto gli occhi di tutti, occhi accecati dai mass media o che non vogliono vedere.

E intanto la guerra è anche qui, nella sicura casa europea;
le bombe in Iraq qui da noi sono le manganellate, i pestaggi, gli arresti, gli anni di galera per chi si oppone a licenziamenti, sfratti, sgomberi, devastazioni ambientali; la guerra è lo stato attuale delle cose, la guerra è lo stato di polizia.

La guerra è grasso che cola per i topi di fogna, per i fascisti: spalleggiati dai poteri forti e protetti dagli sbirri, rialzano la testa, ricominciano a girare nelle città, riprendono l'iniziativa.

Anche a Parma, che storicamente li ha sempre affrontati a testa alta.

In un gioco di copertura lega nord, casapound e forza nuova organizzano banchetti in centro, volantinaggi nelle scuole, pseudo-ronde per la sicurezza; incitano all'odio razziale.
In pieno accordo con i poteri forti, con i politici corrotti, con i ricchi industriali, remano a favore della guerra, la guerra dei poveri contro i poveri; chiedete al nonno com'è andata con Mussolini in Russia, o alla mamma se si ricorda della strage di Bologna.

Con la complicità di giudici, della gazzetta, dei salotti televisivi, i fascisti aprono sedi, fanno concerti, dibattiti, raccolte di firme, si presentano alle elezioni...Non è uno scherzo!! Proprio loro, quei fascisti condannati dalla storia, fucilati dai partigiani, appesi a testa in giù a Piazzale Loreto mentre i poveri applaudivano e festeggiavano la fine dell’oppressione.

La guerra e il fascismo vanno a braccetto e questo braccetto va spezzato: sabotare e ostacolare le esercitazioni militari, sabotare e fermare i treni che trasportano armi che massacrano i civili, i poveracci come noi in mezzo mondo, combattere l'alta velocità, le opere inutili e nocive, le speculazioni sulla nostra pelle, impedire la riorganizzazione fascista attraverso le loro sedi, le loro manifestazioni, la loro presenza nelle città.

Questo è accaduto al casolare a Pellegrino Parmense di un esponente di casapound, sede estiva di dibattiti, concerti, grigliate e naturalmente tanta “innocua” propaganda fascista in compagnia.
Per questo tre ragazzi, Pippo, Andre e Tommy sono stati arrestati, rinchiusi ai domiciliari e messi sotto processo, accusati di aver incendiato tale sede fascista.

Non ci interessa chi sia stato: un bambino, un vecchietto, un taglialegna incazzato o un militante anti-fascista; CHIUNQUE, avrà sempre la nostra solidarietà.

A chi, durante la tempesta, sceglie di stare al caldo sotto le coperte, c’è da ricordare che rimane cieco solo chi sceglie di esserlo.

Alcuni/e antifascisti/e di Parma.

FORLI':TERRORISTI E TERRORIZZATI - RIFLESSIONI SUI FATTI DI PARIGI

Riceviamo e diffondiamo il testo di un volantino distribuito a Forlì nel corso dell'iniziativa per l'anniversario della strage di Piazza Fontana:

TERRORISTI E TERRORIZZATI
Riflessioni sui fatti di Parigi



Quando succedono cose come quelle successe a Parigi il 13 novembre scorso, sai che il tuo mondo cambierà.
Lo sai non perché tutti i telegiornali improvvisamente parlano di quello, o perché i capi di stato con le loro grasse facce da assassini in giacca-e-cravatta fanno proclami solenni alle nazioni, lo sai perché senti la paura nell'aria.
La paura sembra essere l'ultimo sentimento umano che gli individui riescono ancora a condividere nell'occidente fatto di metropoli e ultratecnologia.
La paura è un modo di governare. Lo sanno bene gli sbirri che minacciano di botte e denunce al primo sussulto di resistenza che incontrano in un controllo documenti per strada.
La paura collettiva, dilagante assume i tratti di un cappio sociale che sovrasta tutti, il cui capo è ben stretto nelle mani dello stato.
Il terrore.
Dopo l'11 settembre 2001 la “guerra al terrorismo” è divenuta la carta bianca dei potenti d'occidente per sottomettere ogni altro da loro sul pianeta terra: il cappio a soffocare tutto, nel silenzio della paura che invoca protezione ad ogni costo.
Però, prima di questo dilagare di terrorismo islamico e contro terrorismo occidentale, il terrorismo in Italia per molti era quello legato allo stragismo di stato.
 Piazza fontana (12/12/1969), piazza della loggia, stazione di Bologna, Italicus, uno bianca, Gladio, solo per citare alcuni esempi italiani tragici e famosi.
Ad Ankara, Turchia, il 10 ottobre scorso due bombe fatte esplodere dagli uomini di Erdogan in un corteo per la pace fanno 128 morti (stesso numero di morti di Parigi, ma ben diversa reazione...) la polizia antisommossa, dopo le esplosioni, caricherà il corteo e pesterà nel panico generale i feriti.
Il terrorismo è una pratica vecchia come lo stato: disseminare il panico spargendo sangue e proporsi come garante della sicurezza nazionale. In cambio? Obbedienza.
Il terrore questa volta lo scatenano non gli stati stessi contro i propri sudditi, ma alcuni infuriati che vogliono fare "quello che voi ci fate in Siria”, così come dalle parole di uno degli attentatori del Bataclan.
Per lo stato poco cambia, prende la palla al balzo e legifera sul panico endemico.

L'eccezionale diventa regola

Il clima di terrore oggi per noi occidentali non è più però alimentato dai corpi maciullati per strada, questi li vedono in Siria, in Afghanistan, in Iraq, in Palestina, in Turchia, in Libia, in Libano, Mali (solo per citarne alcuni) tutti paesi dove gli stati occidentali fanno la guerra per garantire la prosecuzione del proprio stile di vita basato sul dominio.
Il nostro clima di terrore quotidiano si alimenta con atrocità virtuali buttate sullo schermo, per questo i morti veri, le pallottole vere (le stesse che produciamo nelle fabbriche europee e poi vengono sparate in medioriente) hanno riacceso i sentimenti veri, facendo tacere anche quel briciolo residuo pacifismo cittadinista che albergava più nei post dei social network che in una reale opposizione.
E su quella paura della società televisiva gli stati impongono per difenderci dall'indifendibile leggi speciali per arginare l'emergenza.
In Francia c'è già il coprifuoco a Sens: se esci per strada dopo le 22:00 ti arrestano.
I protocolli di sicurezza per il Giubileo a Roma hanno dato il via in Italia a quelle che saranno una serie di nuove misure repressive in chiave antiterroristica che nei fatti colpiranno la libertà di ciascunx di noi, sempre e per sempre.
Come per ogni altro caso analogo infatti (vedi patriot act post 11 settembre negli USA o l'operazione strade sicure del 2008 in Italia) l'eccezionalità del momento verrà protratta indefinitamente sotto la minaccia costante del prossimo attacco. Nessuno è al sicuro, più lo si ripete più ci si crede, più ci si crede più si invoca sicurezza. E più sicurezza vuol dire più polizia e militari, ipertecnologia di controllo totale; più sicurezza vuol dire più stato di assedio. Più guerra.
L'emergenza, come la crisi non è più l'eccezione, è la straordinarietà che si impone come prassi in un contesto dove ogni amenità si normalizza nel giro di poche ore. E ci si abitua.

Nel deserto della paura, gli avvoltoi con la bandiera…

La Francia come risposta immediata ai morti di Parigi fa piovere bombe sulla Siria e chiude le frontiere.
Si comporta come uno stato in guerra e dichiara di esserlo: una sincerità eloquente dopo un decennio di massacri per “scopi umanitari”.
Il paese è in guerra, l'unione europea tutta che di quel paese è alleata è in guerra e in guerra devi scegliere da che parte stare.
In questo caso facendo fede alle semplificazioni da derby giornalistico, o stai con l'occidente o stai con l'ISIS.
“Dalla parte dell'Italia” si sente gridare nelle strade dai fascisti e razzisti che stanno montando di arroganza e consensi in tutto lo stivale.
I fascisti del terzo millennio o i leghisti di Salvini che hanno oramai assunto i tratti di un vero e proprio partito ultranazionalista e cristiano-cattolico sono i crociati anti-islam che gettano e getteranno benzina sul fuoco della caccia all'immigrato.
La guerra tra civiltà è in realtà il ben più spicciolo odio razziale xenofobo e la violenza dei servi frustrati scagliata contro i più deboli di loro.
I fascisti innalzano inni patriottici e paventano nuovi forni crematoi, incendi di campi rom e assalti alle moschee, in questo razzismo militante si incanala la rabbia spaventata di quanti, attraverso il fanatismo protettivo della patria si sentono di appartenere a qualcosa.
In guerra si polarizzano e si accentuano le divisioni in chiave dogmatica ed escludente. Il fanatismo made in italy trova nei fascisti dei molteplici schieramenti, partitici e non, un'avanguardia pronta a erigersi guida del popolo, per la salvezza nazionale.
Ovviamente non sono il potere, la ricchezza, la guerra, il colonialismo e il suo sfruttamento che, nella mente del terrorizzato causano il terrorismo, ma la provenienza e il colore della pelle di chi lo esercita.


Non cadere nella trappola

L'ascendente che ha l'ISIS su individui di mezzo mondo non è certo spiegabile coi video su youtube o con la carta del “fanatismo religioso”: lo schierarsi con l'Isis, abbracciando dettami per noi aberranti, ma facendolo di certo con una determinazione fuori dal comune, sembra spiegabile con la ricerca di una pienezza esistenziale che un mondo di cose, falsità e vuoto etico non fa che negare quotidianamente.
Il mondo occidentale nega la vita e la sua passionalità. Le sostituisce con oggetti che puoi produrre e oggetti che devi comprare.
In questo momento storico dove la crisi permanente ci ha abituati alla miseria e alla famelica gara di “tutti i poveri contro tutti gli alti poveri per aspirare al benessere dei ricchi”, ci mancava davvero solo un pretesto imponente per scatenare la guerra sociale, ma non in chiave classista, ma razzista.
Le parole potranno essere passate di moda, ma la realtà è immutata: esistono coloro (sempre di meno) che dominano e coloro (sempre di più) che vengono dominati. Nel mezzo una miriade di schifose strutture e intermediari che fanno in modo che lo status quo non cambi (sbirri, leggi, informazione etc).
Se è vero che gli atti di Parigi hanno scatenato ondate di emotività sepolta, vogliamo far sì che i sentimenti che si esprimono non siano di paura, di diffidenza, di abbandono alle mani dell'autorità o di cattiveria nei confronti del capro espiatorio, ma di solidarietà tra sfruttati contro le guerre dell'occidente, di lucida presa di coscienza che il terrore è la vita a cui l'occidente condanna miliardi di vite ogni giorno, in tutto il mondo.
Per noi non cadere nella trappola è anche, dall'altro lato, non abbracciare la tragica formula del "il nemico del mio nemico è mio amico", visto che l'ISIS o chi per lui è contro l'imperialismo occidentale.
I nostri nemici hanno nomi, cognomi, sedi e indirizzi, e non sono la gente dello stadio o del teatro, ma capi di stato, militari, industriali...
Non vogliamo relegare a ruolo di vittime inconsapevoli chi in nome di un altro stato, un'altra religione, altro dominio muove una guerra altrettanto sudicia, ben tenendo a mente però che sono la Nato, l'unione europea, le industrie belliche, i governi degli stati occidentali i mandanti della strage di Parigi, coltivando nel cuore di chi hanno sfruttato e bombardato per anni l'odio per tutta la gente di questa parte di mondo.

Contro le guerre dell'occidente in tutto il mondo e contro la guerra tra poveri nei paesi in cui viviamo; contro gli stati e il loro terrorismo, contro i fascisti e la loro propaganda di odio.

Affinché il sogno di un mondo altro non muoia nella miseria esistenziale, nella paura, nelle braci degli ultimi roghi di streghe
.

Anarchiche e anarchici

da informa-azione.info
 

21 dicembre 2015

NANTES: CONTRO L'AEROPORTO E LA COP21 - RESISTENZA A COLORI"

gbds
da contra info
Mentre la multinazionale Vinci è partner ufficiale dell’esposizione “Soluzioni COP21 : Vivete l’esperienza clima” al Grand Palais di Parigi, e vi tiene due conferenze (una delle quali co-presentata da un dirigente di Veolia) per spiegare al pubblico fino a che punto le loro iniziative sono  ecoresponsabili, sostenibili e “green”, la sua filiale Aeroporti del Grand’Ovest ha rimesso d’urgenza in moto le procedure di espulsione dell’insieme degli abitanti della ZAD, per poter cominciare a costruire il suo aeroporto ad “Alta Qualità Ambientale”.
Davanti a questa ossessione per la cementificazione dei nostri luoghi di vita, un gruppo di artisti-pittori ha deciso, nella notte tra venerdì 4 e sabato 5 dicembre 2015, di ridecorare allegramente il triste edificio grigiastro dell’agenzia SOGEA Atlantique, un’altra delle molteplici filiali di Vinci, a Saint-Herblain.
Speriamo che questi nuovi colori piacciano alla direzione, e che possano raddolcirne le abitudini.
D’altronde, qualsiasi azienda di lavori pubblici che desideri una squadra di volontari entusiasti per ridipingere i propri locali può inviare la propria candidatura rispondendo agli appalti della  Prefettura della Loira-Atlantica.
Vi promettiamo una realizzazione notturna e discreta per un risultato del massimo effetto.
Federazione Artistica Informale / Fronte Ridicolo Internazionale Commissione “Estintori E Rinnovo Delle Facciate” (E.R.D.F.)

20 dicembre 2015

18 dicembre 2015

QUESTI SONO I GIORNI DI ALEXIS!

fonte

Verso le 19:15 del 6 dicembre sono cominciati i primi scontri nella zona di Exarchia tra i/le  incappucciat* e le forze dell’ordine. Giovani ribelli, hooligan e gruppi anarchici si sono scontrati per ore con le forze antisommossa e la banda in borghese che avevano occupato tutta la zona intorno a Exarchia, usando pietre, molotov e fumogeni. Gli scontri sono andati avanti fino quasi le 4 del mattino del 7 dicembre, anche se a partire delle 2 avevano perso di intensità.
Circa 500 persone hanno partecipato questa domenica alla lotta di strada, commemorando col fuoco l’assassinio di Alexandros Grigoropoulos da parte del pulotto Korkoneas 7 anni fa. Per quanto riguarda i fermi della giornata, possiamo dire che ce ne sono stati almeno 3 (immaginiamo che siano di più ma non conosciamo il numero esatto).



RIPRENDIAMO LE OSTILITA' ALLE TECNO-SCIENZE - COSTRUIAMO UNA SETTIMANA DI MOBILITAZIONE CONTRO LE BIONANOTECNOLOGIE

riceviamo e diffondiamo:
 

RIPRENDIAMO LE OSTILITA' ALLE TECNO-SCIENZE
COSTRUIAMO UNA SETTIMANA DI MOBILITAZIONE CONTRO LE BIONANOTECNOLOGIE

Questi sono alcune delle riflessioni uscite dall'Incontro solidale del 29 Novembre a Radio Backout in vista del processo che si svolgerà a Torino il 13 Gennaio contro Billy Silvia e Costa.
Erano presenti compagne e compagni principalmente da Torino, Milano e Padova.

    ⁃    Anche in contesti radicali con un'opposizione al sistema si percepisce  una mancanza di critica che vada in profondità, che sappia cogliere le interconnessioni e che  comprenda  l'urgenza di opporsi al nuovo totalitarismo creato dalle tecnoscienze
    ⁃    Non si dovrebbe incentrare la nostra attenzione solo sullo specifico caso repressivo, ma attraverso esso trasmettere il senso e il contenuto che questo porta e trasformarlo in nuove possibilità di critica e lotta
    ⁃    E' stato ricordato che chi porta avanti un lavoro sulla solidarietà ai compagni e alle compagne non è uno specialista della solidarietà, ma porta avanti anche altri percorsi
    ⁃    Porsi il problema di come comunicare fuori da contesti ristetti o di movimento alcune questioni di non immediata comprensione e interconnessione. Sicuramente uscendo dalle logiche del potere e dai suoi tecnicismi. Senza essere a nostra volta tecnici o portare esperti dalla nostra parte, nè c'è bisogno di addentrarsi in una comprensione tecnica per trasmettere le nostre ragioni, che sono un rifiuto totale delle nocività non solo per ragioni ambientali, ma proprio per la loro stessa natura di espressione del dominio
    ⁃    Ci si è posto l'interrogativo se comunicare alle persone o a situazioni già sensibili su alcune questioni, anche se ancora mancanti di una critica radicale. Ponendo la questione su quali siano i nostri referenti e quali gli obbiettivi. L'obbiettivo dovrebbe essere sviluppare un'opposizione a questa società fondata sullo sfruttamento e quindi per alcun* i referenti sono situazioni già sensibili, per altr* non bisognerebbe mai abbandonare il dialogo con tutte le persone
    ⁃    Le parole sono importanti, ma dovremo intendersi sul senso che portano: se  lavorano alla costruzione di qualche nuova teoria o cogestione delle nocività insieme agli sfruttatori, se queste invece spingono verso una radicalità della critica e preparano al prossimo conflitto
    ⁃    Gli OGM potrebbero essere un buon inizio e aggancio sia con le persone sia con gruppi ambientalisti, situazione agricole... che se ne stanno già occupando. Starà a noi poi non limitarci alle modificazioni genetiche in campo alimentare, ma trasmettere un'opposizione all'intera ingegneria genetica e collegarla con le altre tecno-scienze
    ⁃    Sicuramente la nostra argomentazione non si fonderà sul dimostrare che gli ogm o le nanoparticelle fanno male alla salute, come per la vivisezione, a prescindere dall'utilità e dai danni alla salute, è una critica alla radice e al problema in sè. La nocività è una nocività sistemica per la sua irreversibilità, ricombinabilità, globalità
    ⁃    Libri e testi di analisi sono importanti, purtroppo ci troviamo in periodo in cui poch* leggono e approfondiscono le questioni
    ⁃    Momenti di confronto e discussione come anche questa riunione sono molto importanti
    ⁃    Il nanomondo è già qui, pensare a scenari futuristici ci fa scappare da sotto agli occhi quello che già da tempo si sta realizzando sotto i nostri occhi
    ⁃    Nanotecnologie, biotecnologie sono parte di una più ampia visione e sensibilità ecologista radicale per chiunque intende battersi contro questo sistema
    ⁃    La ricerca genetica ha molte facce: porsi contro la ricerca genetica in ambito medico può essere interessante per far capire che non esiste un'applicazione positiva e perchè proprio attraverso la salute  viene creato un contesto di accettazione
    ⁃    Eventi come il nano-bioforum potrebbero essere occasioni importanti per organizzare iniziative di protesta
    ⁃   
Da queste e altre riflessioni è nata l'idea di costruire una settimana di mobilitazione contro le bionanotecnologie e le scienze convergenti nel loro insieme, settimana da collegare con una delle prossime udienze del processo contro Billy, Silvia e Costa e dove ogni situazione potrà organizzare iniziative sul proprio territorio.
Per parlarne ancora insieme e iniziare a strutturarla il prossimo incontro sarà:

SABATO 9 GENNAIO
alle ore 10.00
EL PASO via Passo Buole, 47
TORINO

Ricordiamo che venerdì 8 gennaio a El Paso ci sarà la presentazione del giornale ecologista radicale L'Urlo della Terra e mercoledì 13 gennaio alle ore 9 inizierà a Torino il processo contro Billy, Silvia e Costa

SAM TRASFERITO AI DOMICILIARI

da informa-azione.info
 
Apprendiamo che Sam, recentemente arrestato per la manifestazione antifascista del 24 gennaio a Cremona, è stato trasferito ai domiciliari.

COMUNICATO DI GIMMY - APPELLO ALLA SOLIDARIETA'


riceviamo e diffondiamo:


COMUNICATO GIMMY

Ciao a tutti, sono Francesco Puglisi detto Gimmy. Mi trovo in carcere dal 4 giugno 2013 dopo quasi un anno di latitanza perchè fuggito assieme alla mia compagna, Paola Ferla. Sono stato arrestato in Spagna, precisamente a Barcellona. Ora posso dirlo pubblicamente che sono andato via dall'Italia con la mia compagna anziché andarci con i miei piedi in galera. Perchè vi scrivo il tutto in quanto il 24 ottobre scorso la mia amata e libertaria Paola Ferla è morta..(lei non è morta...vive e lotta accanto a me!!). Proprio a Genova. Assurdo!! Sono stato condannato in via definitiva a 14 anni dopo più di 10 anni di agonia di udienze su udienze. Ho preferito non andare per via rito abbreviato o patteggiamento ma con rito normale. Sicuramente avrei preso molto di meno perchè reoconfesso (sempre su di me!). Immaginate che la procura di Genova mi contestava 7 attentati. Io me ne sono accollati ben 14! Perchè per natura minchiate io non ne sparo. Dico sempre la verità, ovviamente a mio sfavore. E' giusto? E' sbagliato? Sono così...L'importante è non accusare gli altri! Io la vedo così! Vi scrivo non per parlare di Genova G8 perchè a mio parere ormai per noi in galera non ci sta più niente da fare almeno parlo su di me...la galera mi devo fare e me la faccio. No Problem!! Ma vi scrivo perchè ad oggi i familiari Ferla non hanno ricevuto neppure 1 euro per coprire le spese del funerale. Che sono di 6 mila euro. Trasporto della Paola da Genova a Canicattini bagni (provincia di Siracusa). Capisco che li fuori è difficile ed ognuno tiene anche i suoi problemi, ognuno purtroppo ha le sue..però chiedo uno sforzo a tutti i compagni e compagne anarchici, antifascisti, libertari, simpatizzanti e gente qualunque, insomma tutti possono contribuire alla causa e fanno un azione rivoluzionaria perchè anche sostenere un funerale di una compagna di un compagno in galera per fatti collettivi che riguardano a tutti è un'azione rivoluzionaria.
Perchè a quanto pare per qualcuno sostenere i famigliari dei detenuti politici o un funerale è da crocerossini..non è così! Se si parla di internazionalismo per la liberazione dei popoli in lotta e poi non si riesce o non si vuole stare accanto a una persona distante a un pelo da noi. Questa allora è sola ipocrisia se è davvero così! Ma vi parlo 2 righe precise per come ci siamo conosciuti con Paola. Ci siamo conosciuti il 24/25 aprile 2006 durante una festa antifascista organizzata dai totally anark sound system presso lo storico centro sociale occupato “Guernica Fabrik”.
Da quella data non ci siamo più separati. A fianco a fianco 24h/24h con occupazioni, taz, party presso centri sociali anche con benefit, processi per i fatti del G8 di Genova...sempre assieme! Soprattutto l'eroica latitanza a fianco a me e non è una cosa da poco! Mi ha finanziato con i suoi soldi di invalidità la libertà assoluta. Onore a lei sempre e comunque! In realtà sapevamo benissimo che prima o poi mi beccavano ma è stato il principio del non separarci mai! Fino alla fine! Non ho rancori di averlo fatto perchè sono stato  1 anno in più con la mia amata Paola. Per me è stata una perdita inquantificabile che ancora ad oggi non ci credo ma ci devo credere perchè questa è la realtà e non si può cambiare..prò si possono fare delle opere rivoluzionarie per attenuare e alleggerire sia il mio dolore che quello dei famigliari Ferla perchè veri proletari! E' vero!!
Le spese da coprire sono di 6mila euro! Io mi ritengo una persona umile e rispettosa verso i compagni che ad oggi mi hanno sostenuto incondizionatamente e infatti li ringrazio di cuore prendo infatti l'occasione per poterlo fare, con i loro benefit con concerti, aperitivi cene ed altro!
Non c'è bisogno di fare nome e cognome ognuno sa se ha fatto opere rivoluzionarie oppure se ha fatto i propri cazzi. Ma non voglio dilungarmi più di tanto su quest'ultimo discorso. Chi mi vuole capire capisce come si dice nel mio paese “a mezza parola”! Da più di un mese che faccio economia più di prima (perchè rispetto i soldi dei compa!) questo anche grazie che sono in cella singola. E ho potuto inviare lo scorso venerdì dal mio conto 300 euro a mia madre (vedova del marito e di un figlio e di quasi una figlia Paola solo per una questione di sangue) da dividere coi famigliari proletari Ferla. Non me ne vergogno, sto facendo risparmi, mangio dal carrello perchè almeno io posso ma mia madre neppure quello perchè la spesa non può quasi farla. Io qua affitto e luce non ne pago lei sì! Perchè è in affitto! Non me ne vergogno, la povertà non è una vergogna. Vergognose sono altre cose! Ne vado fiero di essere, nonostante tutto, sempre io!
Questo comunicato è rivolto a tutti, tutti tutti, a dj set, gruppi musicali, artisti, tutti tutti, anche ai 99 posse, a Luca Zulù che è una persona di cuore che in passato mi è stato solidale. Vi prego di non fare i vaghi e farvi i cazzi propri con moralismi non mi sembra più il caso! Ognuno può contribuire se vuole per davvero e non caricare di spese ai compagni o associazioni che già si sbattono per noi detenuti. Io di cuore ve lo dico mi accollo tutto, 14 anni per un corteo, carcere per altri, 1 colloquio forse ogni 6 mesi, che il magistrato non mi manda né al funerlae né al cimitero perchè sono del G8! Ok! Che mia madre viene sostenuta ogni morte di papa, per dire va da qualche compagna o compagno infatti non ho parole per loro! Meritano il mio rispetto! Ma non mi accollo che non vengano sostenute le spese per Paola. Questa cosa non esiste! Capisco che è anche difficile li fuori ma non giustifico. Non c'è una scadenza per cui ci sta tutto il tempo di organizzarsi e fare cose giuste e anche ogni singola persona può contribuire anche con pochi euro. Se sostenete le spese di Paola, aiutate mia madre, fate un azione rivoluzionaria, fidatevi di me! Avrete rispetto della mia persona e starete bene dentro di voi! Io sono nato e cresciuto nel quartiere San Cristoforo di Catania (e i compagni catanesi lo sanno benissimo) tra l'altro mia madre ci abita tutt'oggi...oltre che considerarmi un libertario i mafiosi mi fanno schifo perchè sono peggio dei fascisti in molte cose e lo dico per esperienze passate sulla propria pelle! Stop. Però su una cosa li ammiro oltre nel sostenere i detenuti dei loro clan sostengono i familiari e a maggio ragione quando si parla di un funerale! Perchè? Io dico non dobbiamo essere così? Perchè? Perchè? Forse per qualcuno non è rivoluzionario farlo? E poi parliamo di libertà ed uguaglinza! Però a questo punto a convenienza! Io eventualmente se a qualcuno non piace quello che sto scrivendo accetto eventuali critiche senza rancori. Io dopo la morte della Paola..non ho più obiettivi facevo tutto in prospettiva per lei e i nostro futuro perchè la latitanza mi ha legato da morire! Ma ho delle missioni da fare oltre quello che ho scritto perchè quando uscirò e finirò i 3 anni di sorveglianza speciale...avendo un'arma nelle mani è quella della musica perchè oltre ad avere ancora conservato il sound system dei totally anark con tutto l'occorrente per fare feste. Userò la mia arma musicale per i familiari Ferla perchè gli farò un grande telone da mettere dietro le casse del suo viso proprio carino! Queste sono le mie missioni finchè vivrò in questo mondo e poi raggiungerò la Paola nella sua stravita dove ora si trova!
Il 12 gennaio 2016 sarò al tribunale di Genova per una camera di consiglio per continuazione di die arresti politici per esplosivo nel 2000 e i fatti di Genova nel 2001. Spero che mi calano qualcosa. Questo anche grazie al lavoro dei miei avvocati, su tutti l'avvocatessa Caterina Calia del foro di Roma che ancora non gli ho potuto dare 1 euro!
Perciò ho deciso di mettere solo un indirizzo per spedizione soldi:
Pace Giuditta
Via Zurria 37, 95100 catania
E' l'indirizzo di mia madre, lei poi provvederà nel dividere i soldi in primis per i familiari Ferla, per lei e avvocatessa Calia. Più avanti farò avere un numero di PostePay. Io stesso aggiornerò con la mia penna i soldi ricevuti. Allego una letterina ricevuta dalla madre di Paola. Spero che almeno questa lettera (non la mia) colpisca molte teste!
Finisco così perchè voglio ringraziare pubblicamente per nome e cognome, si chiama Sabrina Rapisarda di Catania che è stata l'unica assieme a mia madre ad andare al funerale. L'ho apprezzato tantissimo!
Ringrazio tutti i compagni/e sinceri che ad oggi mi hanno sostenuto. E mio fratello non di sangue che si sbatte pure lui per i colloqui. Scusate ho messo quest'ultimo perchè conosco così bene che come leggerà si gasa tutto! Stop. Non mi piace fare nomi!
Un abbraccio a tutti.
Nel cuore, Maurizio Bassetti e Marco Ferruzzi uccisi dalla vendetta di Stato!
Paola Ferla vive!!! Tu non sei morta...
Sei viva sei presente sempre accanto a me per l'eternità unico amore!!

Black love fino alla fine Paoletta!!

Gimmy 9.12.2015

GORIZIA: IMBRATTATO DISTRIBUTORE DI UN FASCISTA


riceviamo e diffondiamo:

Gorizia, 11-12.12.15, imbrattato distributore di un fascista

Si apprende dal pattume mediatico di regime (“Il Piccolo”, 13 dicembre 2015, edizione di Gorizia-Monfalcone, p. 30) che la notte tra venerdì 11 e sabato 12 dicembre è stato imbrattato a Gorizia il distributore di benzina “Tamoil” di via Lungo Isonzo Argentina del fascista Manuel Rizzi, che oggi milita in Forza Italia, ma in precedenza in M.S.I.-Fiamma Tricolore. Il fascista da mesi si batteva attivamente per la discriminazione verso i migranti. Sul distributore imbrattato si leggono le scritte “Fasci merde” e una A cerchiata. L’azione non è stata immortalata da alcuna telecamera: la stazione di servizio, infatti, è totalmente priva di impianti di videosorveglianza. Dopo querela contro ignoti del fascista la Digos indaga. Il distributore è rimasto inagibile per mezza giornata.

SGOMBERO E OCCUPAZIONE NUOVO TELOS

riceviamo e diffondiamo:

Nella mattina dell'11 dicembre, all'alba, polizia e carabinieri hanno effettuato lo sgombero del TeLOS di via Milano rioccupato da oltre due settimane. Alle 18, mentre un presidio si raccoglieva alla stazione dei treni, alcuni ragazzi e ragazze hanno occupato un nuovo TeLOS, all'angolo tra via Varese e via Lainati. Lo spazio è un ex deposito dei pullman da tempo in disuso.
Come sempre nei prossimi giorni provvederemo alla pulizia, sistemazione e riqualificazione del rudere polveroso. Che sia per qualche ora, per qualche giorno o per qualche settimana, prima del prossimo sgombero, non ci importa.
Passate a trovarci.

Qui di seguito il comunicato distribuito durante il presidio:

CHI SEMINA VENTO RACCOGLIE TEMPESTA

A te che hai preso in mano questo volantino volevamo dire due cose.
Questa mattina (giovedì 10 dicembre) hanno sgomberato il Telos.
E chi se ne frega – dirai legittimamente. Ci teniamo però a condividere due pensieri che partono proprio dallo sgombero di questa mattina ma che andranno oltre.
Lo sanno persino i sassi che lo stabile che avevamo occupato, quello tra via Milano e via Varese, rimarrà vuoto e abbandonato per altri anni. Non fatevi ingannare: quella di oggi ve la spacceranno come una lezione di democrazia e di rispetto della pacifica convivenza, altro non è che l'ennesima azione di forza, l'ennesimo tentativo di zittire una voce, di fare il deserto dove c'era la vita.
Lo sanno persino i sassi che in quello spazio una e una sola cosa ci sta a pennello: il Telos.
Poi certo, vi racconteranno che siamo i violenti sabotatori della vostra tranquillità, o all'occorrenza i tossici figli di papà che giocano alla ribellione, o ancora la sporca manovalanza di occulte manovre.
Ma, guardacaso, non una voce vi racconterà che settimana scorsa un'operaia di 67 anni è rimasta vittima di un serio incidente sul lavoro. Nessuna voce si è levata, tutto è stato insabbiato come se nulla fosse. Non siamo nemmeno riusciti a sapere le condizioni, qualcuno ci ha riferito che sia morta. Fa gelare il sangue nelle vene, non trovi?
L'informazione e la politica sono pensate a tavolino. Tu sei studiato e pensato a tavolino, le tue emozioni sono stimolate all'evenienza. Ma cosa credi? Che ci siano orde di barbari pronti a invaderci? Ma dove le vedi se non in televisione?
E di voci mancanti invece ce ne sono a centinaia: hai mai letto qualcosa sullo scandalo Kaleidos? Sulla fabbricazione di armi da guerra in provincia di Varese? Sugli sfratti giornalieri in città? Sai chi è il responsabile delle abominevoli colate di cemento dietro la stazione? Sai che stanno distruggendo la campagna tra Saronno e Ceriano per costruire una strada inutile?
Non ti sfiora il dubbio che ci sia qualcosa di perverso nel ritrovarti Saronno invasa da Polizia come se fossimo in guerra, e questo solo per sgomberare uno stabile occupato, risistemato, ripulito e rivissuto?
Non ce ne frega nulla di avere dietro di noi le masse, ci interessa incontrare individui con uno spirito non ancora assopito; non cerchiamo il consenso, seminiamo il dubbio.
E allora a te che hai letto questo volantino chiediamo: ti piace questa società? Cosa possiamo fare concretamente?
Noi probabilmente occuperemo un nuovo posto, se ti va passa a trovarci. Non lo occupiamo, come ti vorranno far credere, per farci le canne. Lo occupiamo per cercare di dare voce a tutte le voci mancanti, a tutte le quotidiani tragedie individuali.
Come saprai quando e dove saremo? I muri di una città dicono più cose della tv o di un giornale.

TeLOS itinerante, ma per quanto?

17 dicembre 2015

VICENZA ODIA, LA POLIZIA NON PUO' SPARARE

riceviamo e diffondiamo:

Vicenza odia, la polizia non può sparare
Bel presidio oggi in quel di Vicenza. Nonostante il freddo un buon numero di solidali ha ribadito la propria vicinanza ai ragazzi del San Pio X, raccontato di Manuel (detenuto morto di recente nel carcere di Venezia) e della manifestazione in solidarietà ai detenuti e contro i fogli di via di sabato scorso.

Che la polizia fosse particolarmente nervosa lo si era già capito a metà giornata, quando un impavido dirigente di piazza, individuando un paio di malintenzionati intenti a battere delle pietre contro una recinzione per far rumore, ha iniziato ad attaccarsi alla radiolina per chiamare rinforzi.

Ma il vero film d’azione inizia a presidio terminato. Alcuni solidali rientrano alle macchine dopo un colorato e rumoroso saluto, a cui i reclusi hanno risposto con una battitura. Sul loro percorso irrompe una macchina della polizia, portiera spalancata, da cui scendono nientepopodimeno che due secondini (!) imbruttiti che, mano sul ferro d’ordinanza, tentano goffamente di placcare chi se ne sta andando.

Sirene spiegate in via della Scola, sopraggiungono altri tutori dell’ordine che identificano tutti i presenti e se ne vanno. Nel frattempo una vettura particolarmente intrepida viene inseguita fino al distributore di benzina più vicino, gli sbirri scendono e, con tanto di pistole spianate e battute da copione (“Fine della corsa!”), intimano i presenti a mettersi faccia a terra.

Piano sequenza su periferia veneta con nebbia crescente. Stacco. Alla prossima.

Aggiornamento su Vicenza

Secondo il pattume mediatico di regime ("Il Giornale di Vicenza" online, 14 dicembre 2015) sarebbero 15 i compagni denunciati per il presidio sotto il carcere di Vicenza dello scorso fine settimana. Le denunce sarebbero per oltraggio a corpo amministrativo dello Stato e per porto di oggetti attio a offendere in luogo pubblico.

13 dicembre 2015



NUOVA OCCUPAZIONE DEL RABEL A TORINO

Apprendiamo che un nuovo Rabél è stato occupato in Corso Giulio Cesare angolo Lungo Dora Agrigento.
L'invito diffuso è quello di accorrere, festeggiare e partecipare al nuovo spazio liberato.


da informa-azione.info

UDINE: PROCESSO PER DISTURBO A CASA POUND

Da fonte
Udine, 2.12.2015, processo per disturbo a CasaPound

Continuando con la repressione, sempre ieri, mercoledì 2 dicembre 2015, è arrivata comunicazione della data della prima udienza del processo contro tre anarchici di Udine per azione di contrasto al corteo dei fascisti di CasaPound per le “vittime” delle foibe, lo scorso febbraio, 2015, sempre a Udine. L’udienza si terrà il 29 aprile 2016 con le accuse di oltraggio a pubblico ufficiale e rifiuto di ottemperare a ordine di pubblico ufficiale. Rifiutiamo sin da ora chiaramente l’oblazione o qualcunque altra forma di scusa, collabrazione o dissociazione da noi stessi e dalle nostre azioni.

9 dicembre 2015

ROMA/TRENTO: "VOCI OLTRE LE MURA"-CORRISPONDENZE DA KORYDALLOS E INCONTRO SULLA LOTTA DENTRO E FUORI LE CARCERI

VOCI OLTRE LE MURA

Questa proposta d’incontro nasce dalla possibilità di avere un collegamento diretto con alcuni compagni greci attualmente tenuti in ostaggio nel carcere di korydallos. A partire dalle loro esperienze, proveremo a ripercorrere quelli che sono stati gli eventi che li hanno visti scontrarsi con il dominio, quali sono state le tensioni che li hanno animati,in che modo hanno operato le scelte di rottura totale con il circostante. Vorremmo  approfondire in che modo, una volta incappati nelle maglie della repressione, continuano i propri percorsi di lotta, mantenendo legami e connessioni con i compagni  e le compagne fuori e contribuendo a formulare  strategie e metodologie, affinché il loro resti un contributo vivo e attivo alla crescita del conflitto messo in campo a livello internazionale.
Partendo dagli avvenimenti di questi ultimi anni in Grecia, vorremmo allargare l’analisi al contesto presente con il quale ci ritroviamo a dover fare i conti. Se infatti da una parte il dominio continua con la sua folle corsa verso un mondo sempre più meccanizzato, facendo leva su di una tecnologia sempre più pervasiva in tutti gli aspetti del nostro quotidiano, dall’altro tenta di chiudere il cerchio realizzando un tipo di società fondata in maniera sempre più totalizzante sul controllo delle nostre vite,provando ad annichilire i nostri desideri, normalizzando i nostri bisogni e specificità propri di ognuno/a. Ad un nemico che non perde tempo e serra le sue fila continuano ad opporsi tutti quegli individui che non sono disposti a chinare la testa, scegliendo di rimanere refrattari ad ogni addomesticamento, convinti che qui ed ora l’unica strada percorribile sia quella dell’attacco. Questa giornata nasce proprio  dalla volontà di alimentare un scambio di analisi, valutazioni, proposte in merito alla lotta all’esistente, che non si esaurisca al solo momento dell’incontro ma che stimoli un percorso di confronto, in un ottica di continuità, tanto per noi quanto per chi si trova dentro.

SABATO 12/⁠12/⁠15
Bencivenga Occupato -⁠ via Bencivenga n.15, Roma
Ore 12.00: pranzo a supporto dell’iniziativa
Ore 15.00: “puntuali” inizio dell’incontro

DOMENICA 13/⁠12/⁠15

Nave Assillo Occupata -⁠ Via San Pio X n.15, Trento
Ore 13.00: pranzo a supporto dell’iniziativa
Ore 16.00: “puntuali” inizio dell’incontro

SCRITTO DI GABRIEL POMBO DA SILVA "ALIMENTAZIONE DOTTRINARIA"

da informa-azione.info

Riceviamo e diffondiamo la traduzione di un testo del prigioniero anarchico Gabriel Pombo da Silva:
Gabriel Pombo da Silva: “Alimentazione dottrinaria” (Novembre 2015)



“Alimentazione dottrinaria” (1889). James Ensor




Lì, dove vi sarà una classe inferiore, io apparterrò ad essa; lì, dove esisterà un elemento criminale, io formerò parte di esso; fino a quando ci sarà un’anima in prigione, io non sarò libero.

Eugene Debs


Compagnx!

Oggi sono di ottimo umore (sapete che la nostra vita non è qualcosa di lineare, né costante, né statico…), e chi mi conosce personalmente sa che ho un senso dell’humor abbastanza nero (ciò che ad alcuni “scandalizza” a me fa sorridere, ecc…) e addirittura cinico (soprattutto quando si tratta di parlare/descrivere fatti relativi alla “Legge”, ai “Diritti”, alle “Autorità”, ecc…); perché ci sono “cose” che non posso prendere sul serio (nonostante se ne vada la mia vita in tutto ciò) per quanto serie siano queste “cose”.
Scrivo, quindi, in modo informale e con un sorriso sulle labbra (nonostante mi riferisca a “cose” serie) perché il senso dell’humor è tra le “cose” che mi hanno sempre permesso di “tirare avanti”.
Non smetto di stupirmi quando ascolto/vedo questx politicx da salotto riempirsi la bocca di parole/concetti come “viviamo in uno stato di diritto”, “tuttx siamo uguali davanti alla legge”, ecc, ecc, ecc.
Il “Marchio Spagna” (come lo chiamano adesso) non sa cos’è una Democrazia (considerato che nemmeno io sono un democratico); il Diritto è una “mino-crazia” e la Legge serve solo agli interessi della casta (mi piace questo della casta perché è quanto abbiamo in questo Paese) e lx “antisistema” siamo tuttx coloro che non ridiamo dei loro scherzi. Qualcunx ha dei dubbi?

In questo paese chi si riempie la bocca di questi termini è un “ladruncolo” (o potenziale ladruncolo) perché “la gente comune”, senza bisogno di essere o dichiararsi “anarchica”, sa che la casta politico-imprenditoriale (sì, quella delle “porte  girevoli”, quella dei casi Filesa e Malesa, dei Gal, del caso Gürtel, di quello delle “schede nere”, degli ERE (1), ecc, ecc, ecc.), ha messo in tutti le caste giudiziarie (C.G.P.J., T.S., T.C. (2), ecc, ecc.) un’accozzaglia de “pennivendoli” che, appena “processano” unx dex loro (o “indagano”, imputano o “spuntano”) entrano da una porta ed escono dall’altra… è che le Banche,  le imprese di telecomunicazione ed energia (senza parlare dei cartelli del cemento, trasporti, contratti-spazzatura, ecc.), i fondi del FMI e il “Consorzio Europeo” elargiscono molto denaro… tanto denaro che possono comprare tuttx e azzittire le maggioranze. Il peggio è constatare come questa corruzione endemica lasci senza tetto, senza studi superiori, senza alimenti e senza possibilità di reazione lx più fottutx… so che questo non è “nulla di nuovo”, però mai prima d’ora s’è saputo così tanto di tutti gli “intrallazzi” di questx spudoratx come nell’era della “comunicazione” di oggi… e risulta che, nonostante tutto, continuano ad esserci nei “sondaggi” i Partiti Politici più ladri e arraffoni, più “democraticidi” e liberticidi di questi paese… se non fosse perché vedo morire (e marcire) intorno a me tanta gente povera e incolta, marginale e malata, direi cinicamente: abbiamo i politici che ci  meritiamo. Ma davvero ci meritiamo questo? Possiamo solo arrivare allo stato di “indignatx”? Possiamo solo sperare (e aspirare) che ci venga a “salvare” un Messia, un Partito Politico?

Mi piace il ferreo appello che fanno alla “Costituzione” (e ai loro avversari “anti-Costituzionalisti”), alla “Democrazia”, al rispetto delle “Decisioni Giudiziarie” (sempre che non li riguardino, chiaro), alle “indagini in corso”, alla presunta differenza che dovrebbe esserci tra “imputato” e “indagato” e, da quando la mano della Legge è caduta sulla collottola di “Rodrigo Rato”, (sapete, il grande economista!), si parla del “Diritto di immagine e rispetto dei detenuti”…
Da quando in qua gli è importato a questo paese l’immagine e il rispetto dex detenutx? Di qualx detenuti?
Se avessimo ancora un po’ di sangue e di orgoglio, dovremmo dar fuoco a tutte le Istituzioni (potendo con tuttx dentro) di questo paese e dell’Europa intera! Scusate, emerge la mia vena nichilista… o se volete non “scusatemi”, prendete nota…

Dov’ero? Ah sì, il rispetto dex detenutx!
Sì, ho visto che, addirittura Bárcenas (3), nei suoi pochi mesi di detenzioni in un “modulo di rispetto”, è diventato anti-sistema e ha denunciato in giro i “maltrattamenti” che ha visto durante la sua prigionia… al contrario Ortega Cano (4) sulle stesse porte della galera (durante uno dei suoi permessi) ha dato “consigli politici” al PSOE (5). Ho anche visto come facevano coro (sempre quando usciva in permesso) a Isabel Pantoja (6)… bella! Resisti! E anche come hanno concesso i “permessi” a Jaume Matas (7), pur avendo “cause pendenti”!!! E non parliamo della fuga in stile “Torete” della Contessa o Marchesa Aguirre (8) (non mi è mai andato a genio questo dei ranghi militari, clericali e/o nobiliari) per le strade di Madrid.
Lx “detenutx” che conosco io non sono tanto “eminenti” (quellx che mi circondano) e naturalmente non vengono loro concessi né “permessi” (abbiano già raggiunto un quarto della condanna o gli rimanga un mese per uscire o siano malatx incurabili o stiano male psicologicamente), né diritti, poiché sono “poverx”, “anti-sistema”, “anti-costituzionalistx” o/e apertamente “terrorirtx”…
Rispetto dei diritti dex detenutx? Non fatemi ridere!!

Quando a tuttx questx “detenutx” (quellx in basso a sinistra, come direbbe il Sub-Marcos) negano i loro “permessi” e/o diritti, non vedo l’anziano secondino del Regno (Ángel Yuste Castillejos) dare spiegazioni in Parlamento né fare conferenze stampa di fronte al Ministro di Giustizia.
Ditemi indignatx! Davvero vi interessano i Diritti di tuttx x detenutx? Sapete che qui i diritti sono solo carta straccia? Che “Diritto” è la Dispersione? Non lo dice la L.O.G.P. (9) che tuttx x prigionierx hanno Diritto a compiere le condanne nelle loro comunità d’origine? Ditemi! Non dicono che tuttx x prigionierx hanno Diritto a partecipare a tutte le attività socio-culturali e sportive? E perché quelli nel F.I.E.S. no? Già che parliamo di F.I.E.S., sapete per caso di che si tratta? Non dice la L.O.G.P. che tuttx x malatx incurabili devono essere scarceratx per morire con dignità nel proprio ambiente affettivo e familiare? Però, c’è altro… quando scesero in strada le “maree” cittadiniste chiedendo “Sovaldi” per x malatx di epatite C, si riferivano davvero a tuttx x cittadinx? Anche ax detenutx? Sono “cittadinx” x detenutx o perdono i loro diritti entrando in galera?
Conoscete il pittore James Ensor? Se non lo conoscete vi consiglio di guardare la sua opera intitolata “Alimentazione dottrinaria”… sicuramente “quellx in basso a sinistra” siamo noi: x nessunx… solo che oggi la merda ci entra dagli schermi della televisione.

Ma torniamo alla Costituzione (questo libro Sacro come la Bibbia che noi nessunx usiamo come cartina per farci una canna). Per quanto strano vi possa sembrare, anche io l’ho letta, come altre centinaia e migliaia di libri e Trattati e Codici (è che 30 anni di galera son parecchi…) per sapere di cosa parlano questx “democratici” da paccottiglia. Diritto a una casa dignitosa, a un lavoro, a un’educazione, a… mi seguite? Diritto ad avere diritti si potrebbe dire. Cazzo! E dopo dicono che noi anarchicx siamo “utopisti”… sarà perché non siamo tantx coglionx da scrivere un libro Sacro pieno di stronzate che non potremo mai realizzare?

Io non ho mai votato (né mai lo farò) perché detesto delegare le mie responsabilità a marionette del IBEX-35 (10)… nonostante questo, c’è stato un tempo in cui, sì, ho lottato perché si applicassero i Diritti dex prigionierx (ci davano tante di quelle bastonate che valevamo meno di una pietra) per vedere poi come questi Diritti* si sono realizzati rigorosamente per quelli del GAL, per x corrottx, x fascistx e x “detenutx” leccaculo. Che ironia! Migliaia di prigionierx dal basso in lotta durante Decenni per vedere come tali Diritti venissero applicati esclusivamente a quellx in alto.

A proposito, dimenticavo che quando son tornato (estradato dalla Germania) e rientrato nelle celle di questo paese, “qualcunx” mi ha fatto arrivare un copione del libro “Huye, Hombre, Huye” (di Xosè Tarrío) per farne evidentemente un film… mi hanno detto che lo sceneggiatore era “dex nostrx” (non ho mai saputo esattamente che significasse “dex nostrx”), quindi meno male perché, fosse stato “dex altrx”, non lo avrebbe fatto meglio. Tarrío, l’uomo, viene ridotto alla triste storia di un emarginato. Suppongo che si capisca così la sua violenza con l’intenzione di pacificare le coscienze… è che non gli hanno dato il RITALIN da bambino.
“Curro Jiménez” (11) correva per la Sierra Morena con la sua Legge perché non accettava la Legge di quegli altri capaci solo di imporla a causa del loro maggior numero di archibugi e casacche.
Non sappiamo se “Curro” fu picchiato dal padre, però sì che aveva morale. Sappiamo di “Curro” l’uomo… a qualcunx è mai saltato in mente che “Curro” fosse una vittima del disagio sociale? Quindi, se sappiamo di “Curro” l’uomo, dove cazzo è Tarrío l’uomo? Tarrío l’anarchico? Tarrío mio fratello? Perché vediamo solo la marginalità? Ridurlo a questo è UCCIDERLO DI NUOVO.

Io mi chiedo, dove sono gli sceneggiatori di “Curro Jiménez”? Loro hanno presentato un “fuorilegge” e le sue motivazioni. Hanno spiegato la sua situazione ai margini ideologizzandola più o meno espressamente.
Oggi non è così. Pare che si voglia solo dare l’immagine di un personaggio ai margini nel senso di vittima sociale, di disagiato sociale con un fondo di moralità sociale.

Lx conservatorx e i darwinistx sociali di Oggi non fanno di meglio, anzi hanno il rimedio = RITALIN e patologizzazione del “disagio” a partire dalla più tenera infanzia. Il copione puzza di questa ideologia del “disagio”. Mentre lo leggevo risuonava nel mia testa quella canzone triste e monocorde della mia infanzia: “iooo sono ribelle perché il mondo mi ha fatto così, perché nessuno a questo mondo mi ha dato amore…”.
Finché vivrò non vi riapproprierete delle nostre storie di lotta (cioè vite piene di libertà refrattaria contro tutte le autorità,) per trasformarle in “film” da mandare in onda in un ciclo della “Paramount Chanel” sotto il titolo di “Chine Quinqui” (12).

Sicuramente anche io provengo dal mondo “Quinqui”; dal mondo della povertà e dex poverx; della dittatura e dell’emigrazione… e ne sono fiero!! E’ altrettanto sicuro che l’anarchicx lo si fa, non si nasce.
A differenza dei miei fratelli “Quinquis”, io continuo ad essere in galera nonostante abbia scontato (nei termini di Diritti e Legalità) la mia condanna. Suppongo che “il problema” (per le Istituzioni, non per me) non risieda tanto nel non aver saputo (nonostante tutti e i tanti inconvenienti) superare la mia “marginalità”, quanto nel non aver potuto evitare la mia radicalizzazione. Sì, compagnx, ora oltre a “quinqui”, per scrivere la mia stessa storia, per percorrere il mio stesso cammino, mi sono trasformato in un “terrorista”-“anarchico”.

Nella galera dove attualmente mi “trattengono” (e dico “attualmente” perché la mia odissea no è ancora finita), sono più preoccupati di come ridurmi la quantità di libri che leggo al mese (me/ce ne permettono 4 al mese quando nel R.P. -Regolamento Penitenziario- non c’è un limite al numero di libri, riviste, ecc.), che a diminuire la quantità di ansiolitici, antidepressivi, ecc, con i quali imbottiscono x prigionierx affinché non pensino e smettano di essere persone, affinché si trasformino in zombie.
Le galere non sono in fiamme però alcuni di noi conservano il fuoco della ribellione nelle viscere.
Come è triste che un popolo come il nostro che portò a termine l’ultima Rivoluzione Idealista, si sia trasformato in uno stabilimento termale per pensionatx inglesi e tedeschx!
Se l’indignazione non si arma di coraggio, di solidarietà e di coscienza, siamo fregati.

Saluti!

Gabriel

*Queste parole sono dedicate a tuttx coloro ax quali l’ingiustizia fatta Legge ha armato la coscienza sovversiva. Per x miei fratelli e sorelle prigionierx e liberx del mondo intero.
[N.d.T.]
(1) Caso Filesa e Malesa: casi di corruzione consistenti nella creazione di una trama di imprese il cui fine era il finanziamento illegale del Partito Socialista Operaio Spagnolo per far fronte alle spese della rispettiva campagna elettorale. GAL: Gruppi Antiterrorismo di Liberazione, dagli anni ’80 impiegati contro l’indipendentismo basco. Responsabili di centinaia di sparizioni, torture ed omicidi. Caso Gürtel: nome di un’indagine iniziata nel 2007 su di una rete di corruzione politica legata al Partito Popolare. “Schede nere”: nome di uno scandalo bancario risalente al 2014. La quasi totalità dei consiglieri della Caja Madrid (una delle banche più antiche di Spagna), durante le presidenze di Miguel Blesa y Rodrigo Rato, avevano disposto di carte di credito, tipo “Visa Black”, con le quali procedevano a spese personali per un valore di centinaia di migliaia di euro. ERE: Expediente de Regulación de Empleo – Documentazione di Regolamentazione dell’Impego; si tratta di un sistema grazie al quale le imprese possono licenziare i lavoratori in modo collettivo.
(2) C.G.P.J.: Consejo General del Poder Judicial – Consiglio Generale del Potere Giudiziario.
T.S.: Tribunal Supremo – Tribunale Supremo
T.C.: Tribunal Constitucional –Tribunale Costituzionale
(3) José Luis Bárcenas Gutiérrez: politico spagnolo del P.P. (Partito Popolare) nel 2009 imputato per la sua implicazione nel “Caso Gürtel”.
(4) José Maria Ortega Cano: torero spagnolo implicato in un processo a causa di un grave incidente d’auto, da lui causato nel 2011, durante il quale, guidando ubriaco, causò la morte del conducente di una delle auto coinvolte. Nel 2013 condannato a 2 anni, 6 mesi e 1 giorno di prigione per “omicidio imprudente e guida temeraria”, dopo 1 anno e 1 mese gli diedero la semilibertà.
(5) PSOE: Partido Socialista Obrero Español – Partito Socialista Operaio Spagnolo
(6) María Isabel Pantoja Martín: cantante e attrice spagnola. Nel 2007 coinvolta nello scandalo chiamato “Caso Malaya”, nome attribuito ad un’operazione contro la corruzione urbana. Accusata di vari delitti contro la finanza e di riciclaggio di denaro, nel 2013 venne condannata a 24 mesi di prigione dove vi entrò nel 2014.
(7) Jaume Matas i Palon: ex politico spagnolo, fu presidente del P.P. (partito Popolare). Processato per dodici reati tra cui appropriazione indebita, documentazione falsa, delitto fiscale ed elettorale. Nel 2012 condannato a 6 anni di prigione, vi entrò nel 2014 per ottenere, dopo appena 3 mesi, la semilibertà.
(8) Contessa Esperanza Aguirre y Gil de Biedma: aristocratica e politica spagnola, fu presidentessa del P.P. (Partito Popolare), per questo anch’essa coinvolta nel “Caso Gürtel”. Accusata di finanziamento illegale della sua stessa campagna elettorale, si diede alla fuga in maniera spettacolare (per i media di regime): “stile Torete” sta ad indicare, infatti, lo stile tipico dell’omonimo protagonista “fuorilegge” di una serie TV spagnola.
(9) L.O.G.P.: Ley Organica General Penitenziaria – Legge Organica Generale Penitenziaria
(10) Ibex-35: indice della Borsa di Madrid
(11) Curro Jiménez: protagonista bandito e fuorilegge di una serie TV spagnola.
(12) “Quinqui”: “balordx”, “sbandatx”. Così denominata quella “subcultura” i cui membri emarginati ricorrono frequentemente alla delinquenza.

REPORT SULLE ESIGENZE SANITARIE NEL CANTONE DI KOBANE

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3 dicembre 2015

Rapporto sulla situazione e le esigenze nel campo della salute nel cantone di Kobane (novembre 2015). The Kobanê Reconstruction Board-Kordînasiyona Gîştî A Nu Avakirina Kobanê
Indice
1. Premessa
2. La situazione attuale
3 I bisogni sanitari e medici più urgenti

3 I bisogni sanitari e medici più urgenti
3.1. Le condizioni e le esigenze sanitarie per tipologia di popolazione
3.2. Cure geriatriche
3.3. La salute dei ragazzi e delle ragazze
3.3.1. Le Vaccinazioni
3.3.2 La Salute Mentale
4. Chirurgia e Medicina di emergenza
5. Barriere Politiche e di sicurezza

1. Premessa
Questo rapporto aggiornato sulla situazione della salute è stato preparato nel secondo quadrimestre del 2015 in coordinamento con l’Auto Amministrazione democratica del Cantone di Kobane, il Consiglio di Ricostruzione di Kobane e il Consiglio della salute del Cantone di Kobane. Nel 2014, quando la città di Kobane subì l’attacco di Daesh (ISIS), vaste sezioni delle infrastrutture del settore sanitario sono andate distrutte. I terriristi hanno deliberatamente avuto come obiettivo e colpito con attacchi suicidi la città per causare quanti più danni possibili alle infrastrutture.
Le costruzioni in cui erano ospitati servizi essenziali hanno costituito un obiettivo particolare per i terroristi nello sforzo di causare il massimo di danni immediati ed a lungo termine alla città e alle aree circostanti. Operazioni di bombardamento suicida hanno avuto come obiettivo l’Ospedale chirurgico di Ayn Al-Arab. I bombardamenti e le bombe della coalizione e di Daesh hanno distrutto anche l’Ospedale Vienna e l’Ospedale del Popolo.
Inoltre, come parte dell’attività terroristica in corso, i terroristi hanno cercato di distruggere non solo la maggior parte dell’infrastruttura sanitaria ma anche strutture mediche, equipaggiamento e macchine specializzate, hanno distrutto e confiscato riserve di medicine sia a Kobane che nei villaggi circostanti. Come risultato di questa deliberata politica di distruzione degli ospedali durante in conflitto, il Dipartimento della Salute è stato costretto ad evacuare gli ospedali e relative residenze per creare punti medici temporanei all’interno della città, che deficitavano di stanze operatorie, medicine e macchinario medico adeguati.
I responsabili della sanità del Cantone erano costretti a trasportare, con molte difficoltà, i feriti negli ospedali posti nell citta turche vicino ai confini Molti feriti sono morti al gate del confine perché non hanno ricevuto l’intervento chirurgico necessario in tempo, come risultato delle procedure di frontiera messe in atto dalle autorità turche. I punti medici costituiti dentro Kobane sono stati soggetti ad attacchi di ISIS, incluso attacchi suicidi, che hanno portato alla distruzione dell’ospedale mobile e al ferimento dello staff medico.
La Kobané post-bellica affronta significative sfide legate alla mancanza di un adeguato materiale di cura, macchinario specializzato, laboratori e strumenti. Questo report prova a delineare alcuni delle più urgenti aree di bisogno e sottolinea gli sforzi in corso da parte del Cantone per portare avanti una estensiva ricostruzione del settore salute sotto condizioni estremamente difficili.
2. La situazione attuale
Nonostante la negligenza del regime di Assad verso il settore della salute, a Kobane la situazione della salute era in condizioni decisamente migliori prima della guerra con una larga disponibilità di un numero di servizi critici e specialistici. Comunque a partire dall’inizio dei conflitti e fino alla liberazione, la situazione si è notevolmente deteriorata, e il Cantone sta combattendo per affrontare i bisogni di una popolazione che sta ritornando.
Prima della Guerra c’erano 14 strutture ospedaliere di diverse dimensioni e capacità, che erogavano una serie di servizi per una popolazione stimata di 500.000 abitanti fra popolazione di Kobane e dei 541 villaggi circostanti. Attualmente sono in funzione due strutture ospedaliere, con maggiori funzionalità per l’ospedale militare che provvede ad interventi critici per il People’s Protection Units (YPG-YPJ) e con il più piccolo Ospedale civile Emel. Entrambe le strutture hanno capacità molto limitate per offrire una adeguata assistenza medico-sanitaria ai loro pazienti e alla più vasta comunità. Questo è particolarmente preoccupante considerando l’alto numero di rifugiati che stanno tornando in città e nei villaggi circostanti. Due altre piccole cliniche portate avanti da Médecins Sans Frontières e Heyva Sor Kurd (Mezza Luna Kurda) aiutano a gestire la situazione nel cantone, A prescindere da questi sforzi ci sono grandi limiti che richiedono un’attenzione urgente da parte della comunità internazione e delle ONG se il Cantone deve effettivamente rispondere ai bisogni legati alla salute di Kobane e dei 451 villaggi limitrofi.
Come risultato della guerra più dell’80% della popolazione del Cantone è scappato negli stati vicini, incluso Turchia ed Iraq. Parte di questa migrazione di massa ha comportato la mancanza di personale sanitario e staff specializzato. Al termine del conflitto c’èrano solo 30 dottori specialisti in diverse discipline che lavoravano collettivamente a Kobane in quel momento. Tutti i dottori e staff medico sono persone locali che sono tornati a servire la loro citta o che provengono dalla parte kurda della Turchia di là della frontiera.
A parte Médecins Sans Frontières e Heyva Sor non ci sono attualmente sanitari e medici stranieri a Kobane. In più, ci sono 4 piccoli centri sanitari che si trovano nei villaggi circostanti, con una limitatissima capacità di provvedere a un servizio per la salute caratterizzato da un approccio olistico. Queste cliniche più piccole si trovano in una situazione critica sia nel fornire alcune cure essenziali sia dal prevenire viaggi a lunga distanza dei pazienti per accedere alle cure nella città di Kobane.
La distanza maggiore che i pazienti dei villaggi circostanti devono affrontare è stata stimata in più di un ora. Si stima che 1000 pazienti al giorno con diversi bisogni di cura sono presi in carico dagli attuali ospedali e i quattro centri salute situati nel cantone. Inoltre, la guerra ha comportato significativi danneggiamenti a strutture ed equipaggiamenti. Di conseuenza, ad esempio il cantone ha perso quattro ambulanze, due delle quali a Gire Sipi (Tal Abyad).
Attualmente ci sono 4 ambulanze operative, di cui una in prestito a Gire Sipi. Ci sono altre due ambulanze ma queste non sono operative e il Cantone non ha la possibilità di rimetterle in funzione. Si stima che sono necessarie 10 ambulanze per provvedere alla gente del Cantone.
Il numero delle ambulanze è stato stimato in funzione dell’andamento del conflitto che comporta che per il personale militare è necessario un numero aumentato di veicoli di emergenza: questa stima si basa sull’aumento dei rischi nella società dovuti alla mancanza di acqua, elettricità, accesso appropriato alle cure sanitarie, misure di prevenzione, mine e mezzi esplosivi, infrastrutture distrutte così come le abitazioni e numerosi altri fattori. Heyva a Sor Kurda attualmente ricorre ad una immprovvisata ambulanza come risultato dell’urgenza della situazione.
Un’altra significativa barriera al momento è la mancanza di un accesso consistente ad una varietà di medicazioni. Le medicine attuali sono spesso procurate, a seguito di acquisto o di donazione dal Cantone di Cezire o dal sud della Turchia, ed in special modo grazie alla solidarietà delle città abitate principalmente dai kurdi. Un piccolo numero di ONG ha fornito un supporto limitato in quest’area. In altri casi, individui in viaggio nel Cantone hanno raccolto donazioni e medicine e le hanno trasportate personalmente a Kobane. Medicine di tipo generalista continuano a rappresentare un bisogno urgente.
La mancanza di infrastrutture continua ad essere un’area chiave nei bisogni, Heyva Sor a Kurd, per esempio, sta lavorando correntemente in uffici improvvisati ed ha messo su una struttura temporanea. L’ONG ha bisogno urgentemente di una struttura più adeguata ma è costretta ad operare in condizioni difficoltose. L’esigenza di provvedere ad una struttura funzionale per Heyva Sor Kurd resta una questione chiave.
Considerando la popolazione ed I bisogni del Cantone, si stima che Kobane stessa ha bisogno di almeno altre due strutture ospedaliere, con i villaggi del circondario che hanno bisogno di ulteriori Centri salute. Dal 15 settembre 2014, Daesh ha intensificato gli attacchi al Cantone usando armi pesanti, questo ha portato allo spostamento dei residenti dai villaggi alla città di Kobane. Ma la città stessa non era sicura, con la maggior parte dei rifugiati forzati a fuggire ai confini della Turchia. Migliaia di persone sono rimaste assediate al confine, ad affrontare una condizione umanitaria estrema. Molti si sono stabiliti nei campi profughi in Iraq o in Turchia per un lungo periodo di tempo. I loro spostamenti continui e costanti hanno comportato che al ritorno in città erano portatori di bisogni sanitari non trattati da lungo tempo.
Nella prima parte del 2015 Il Consiglio della Salute del Cantone di Kobane ha lanciato una chiamata per tutte le organizzazioni umanitarie specializzate nella satute per provvedere ad un supporto urgente. Molti dei bisogni espressi inizialmente devono ancora essere resi disponibili nel secondo quadrimestre del 2015.
I bisogni sanitari e medici più urgenti
-Ambulanze
-Scanner CT
-Macchine per dialisi renale
-Maccchine a raggi X
-Medicina
-Macchine ad ultrasuoni
-Tomografia
-Macchine per catetere
-Medicina Geriatrica
-Incubatrici neonatali
-Macchine ECHO
-Sedie dentali
-Unità di Terapia Intensiva
-Laboratorio Macchine e attrezzi
-Misuratori di pressione
-Farmaci per infezione del tratto urinario
-Strumenti chirurgici
-Medicina Generale
-Macchine e medicine per anestesia
-Farmaci per il trattamento del cancro
-Farmaci per il trattamento dell’epatie
-Macchine per la ventilazione
-Endoscopia
-Antibiotici
-Formula bambini
-Farmaci per bambini come farmaci per la tosse e vitamine
-Acido folico per donne incinte
-Medicine giornaliere.

3. Le condizioni e le esigenze sanitarie per tipologia di popolazione

3.1. La salute delle donne
La salute delle donne resta un’importante area di preoccupazione all’interno del Cantone. La salute delle donne all’interno di comunità danneggiate dalla guerra è spesso un argomento negletto. Spesso problemi culturali e questioni legate a specifici problemi della salute femminile riducono o impediscono alle donne dall’accesso alle cure sanitarie. La combinazione di spostamenti forzati, povertà e preoccupazione per il benessere di tutti i componenti della famiglia giocano un ruolo nel ridurre l’accesso delle donne alle cure sanitarie. Per molte donne le cure prenatali, relative al parto e post-nascita restano una criticità chiave chiave nel Cantone. Attualmente ci sono 5 ginecologi a Kobane che provvedono al supporto medico per le donne di Kobane.
I bisogni urgenti in questa area sono riportati successivamente:
Ortopedici: Attualmente c’è solo un dottore specializzato in ortopedia nel Cantone, che è inadeguato in relazione ai bisogni della comunità.
Macchina per le tomografie: non c’è n’è nessuna nei Cantoni di Kobane e Cezire, così le pazienti sono inviate in Turchia attraverso il confine, ma ci sono problemi con l’attraversamento del confine ed a volte alle pazienti non è permesso di attraversarlo a causa di questioni politiche.
Attualmente c’è bisogno di almeno una macchina per tomografia, ma idealmente due sarebbero adeguate per andare incontro ai bisogni del Cantone.
Incubatori (isolette): c’è bisogno di un minimo di 10 incubatori con un numero ideale di 20. Attualmente il Cantone non ha nessun incubatore
-Screening cervicale e relative biopsia, colposcopia e attrezzature da laboratorio.
-Screening mammellare per donne con età superiore ai 45 anni. Mancanza di equipaggiamento e macchinario.
-Patologia clinica – il Cantone attualmente manca di personale medico, specialisti in medicina da laboratorio, equipaggiamento e strumenti.
-Specialisti in salute mentale.
-A causa dell’inadeguatezza delle cure mediche e sanitarie, spesso le pazienti in condizioni di urgenza sono trasportate al confine con la Turchia per cercare aiuto medico in Turchia.
-Durante il periodo delle elezioni di novembre, il confine era chiuso impedendo il trasporto dei pazienti.
Non c’è alcuna garanzia di attraversare il confine e, come risultato, alcune pazienti sono morte per strada.

3.2. Cure geriatriche
Attualmente non ci sono medici praticanti che sono specializzati nel provvedere al supporto per gli anziani. Una clinica della salute che provveda ad offrire supporto specialistico agli anziani sarebbe ideale e essenziale.

3.3. La salute dei ragazzi e delle ragazze
3.3.1. Le Vaccinazioni

Un programma di vaccinazione è iniziato nel mese di otttobre. Ogni settimana due turni di vaccinazioni hanno riguardato ragazzi con età compresa fra 1 giorno e 5 anni. Molti dei vaccini sono arrivati dal Cantone di Cezire. Cioè alcune ONG e altre organizzazioni prendono le medicine da Cezire e queste sono trasferite a Kobane. Comunque, c’è una criticità seria relativa alla sicurezza della fornitura di medicine ed è possibile che I programmi di vaccinazione non possano continuare a causa dell’impossibilità di fare affidamento ad altre istituzioni e organizzazioni che provvedono all’acquisizione e traporto delle medicazioni necessarie.

Nonostante queste limitazioni, fino ad oggi, 9.114 bambini di Kobane e dintorni sono stati vaccinati. Correntemente si stima che intorno a 15.000 bambini e bambine sotto l’età di 5 anni vivono in e nei pressi di Kobane. I bambini sotto l’età di 2 anni hanno bisogno di 24 vaccinazioni, per proteggerli da 14 malattie.
Per quanto sia possibile intraprendere un intervento di vaccinazione per i bambini che hanno, o possono avere nel futuro, perso l’opportunità di vaccinarsi, le probabilità di ammalarsi impatta negativamente sulla salute dei ragazzi, e aumenta i picchi del tasso di mortalità fra i ragazzi nel periodo post bellico. E’ possibile che molti dei ragazzi non riceveranno un adeguato accesso al programma di vaccinazione a meno che, per assicurare la sicurezza sanitaria, il Cantone sia provvisto delle necessarie medicazioni per le vaccinazioni..
In Siria, nei passati tre anni, i bambini hanno soffferto significativamente a causa di un’inadeguata o della mancanza di vaccinazione e di accesso alle cure mediche. Al fine di assicurare che le malattie prevenibili siano combattute e che ai bambini venga garantito un adeguato inizio della vita, è essenziale che la vaccinazione dei bambini sia portata avanti urgentemente e adeguatamente.
3.3.2 La Salute Mentale
Un’area importante della salute dei ragazzi è la salute mentale. Molti dei Dottori che hanno condotto l’indagine sul campo per produrre questo report hanno notato l’aumentato livello di problemi di salute mentale fra I ragazzi della comunità. Una delle esigenze più urgenti a questo riguardo è un centro di salute e riabilitazione. Attualmente non c’è nessuno psicologo disponibile a Kobanê e il personale operativo nel campo della salute mentale rappresenta una necessità.
Heyv a Sor Kurda intende avviare un programma educativo strutturato in un training in salute mentale di 10 giorni per consentire ad un piccolo gruppo all’interno della comunità di assicurare ai ragazzi un qualche supporto relativo alla salute mentale. Tuttavia, considerando la mancanza di disponibilità di un terapista professionale o di un consulente terapeutico, il programma comporterà una limitata attività di consulenza di base.
Il programma deve essere ancora dettagliato e avviato all’interno della comunità.
I medici professionisti che hanno collaborato a mettere insieme le informazioni per questo rapporto hanno evidenziato che la possibilità dei ragazzi di tornare a scuola e alla routine e in generale la normalizzazione della loro vita, rappresenta una parte essenziale della riabilitazione dai traumi di guerra. Attualmente solo 13 mila studenti sono tornati a scuola mentre molti altri non possono accedere all’educazione a causa dei danni nel settore educativo e dell’istruzione.
4. Chirurgia e Medicina di emergenza

Attualmente ci sono solo due chirurghi a Kobane i quali stanno operando con una attrezzatura medica, strumenti e macchinari estremamente limitati. Inoltre, ci sono solo due camere operatorie, una delle quali localizzata presso l’Ospedale militare e la seconda nell’Ospedale Emel.
La chirurgia nell’Ospedale di Hemel in genere riguarda da 6 a 10 operazioni al giorno nella stessa stanza, andando dalle nascite, all’ortopedia, dal trattamento dei feriti alla chirurgia generale. Anche se questa forma di intervento operatorio promiscuo riguardante una serie varia di malattie e bisogni in ogni dato giorno sarebbe contrario agli standard internazionali di sicurezza sanitaria, la situazione di emergenza comporta che una singola camera di chirurgia venga usata per una varietà di bisogni ogni giorno.
Ad oggi, nel caso di emergenze mediche richiedenti interventi chirurgici per una molteplicità di pazienti, sono stati fatti dei tentativi di trasferire I pazienti nelle città oltre il confine con la Turchia. Comunque, non importa quanto sono gravi le loro condizioni, non ci sono garanzie che ai pazienti, sia consentito attraversare i confini e trovare aiuto medico.
5. Barriere Politiche e di sicurezza
Attualmente c’è un grande numero di ostacoli che riducono la capacità del Cantone di avviare una ricostruzione appropriata del settore sanitario nella città. Primariamente l’embargo in corso dalla Turchia a Kobane resta la maggiore criticità. Questo embargo impedisce il trasferimento di competenze compreso staff medico verso e dal confine, di equipaggiamento medico e macchinari e di trasferire di pazienti in emergenza a cui non si può rispondere al causa delle limitate capacità di cura delle strutture di Kobane. Precedenti esperienze di aiuto consistenti in offerta di medicine che non sono riuscite a passare il confine hanno avuto l’esito di far scadere le medicine nei magazzini. Nei casi in cui l’aiuto è riuscito a passare il confine, in genere dopo un significativo ritardo, una quota di queste medicine è comunque risultata scaduta e non più usabile. Spesso anche allo staff medico e agli esperti è impedito l’attraversamento del confine e non gli viene dato il permesso. Inoltre, l’embargo riguarda le medicine anche se macchinari ed equipaggiamento sono acquistati in Turchia. Ma nella generalità dei casi, a causa della mancanza di risorse economiche proprie il settore sanitario non è in grado di acquistare i macchinari necessari in Turchia e si affida invece alle donazioni ed al supporto internazionale.

Comunque, da quando Daesh ha tentato di infiltrare la città, il Cantone è stato soggetto ad un blocco da parte dei terroristi dalla parte centrale della Siria. Il blocco Daesh, fin dalla liberazione, ha portato alla mancanza di rilevanti progressi, nel raggiungere i livelli desiderati di servizio. Come risultato durante la guerra più del 70% delle infrastrutture legate all’acqua e all’elettricità sono andate distrutte. Il blocco ha riguardato anche il taglio dell’elettricità, che ha comportato una bassa capacità di stoccaggio delle medicine con un ulteriore impatto negativo per i servizi sanitari. In più il taglio dell’acqua potabile verso il Cantone, ha portato nei primi tempi i cittadini ad utilizzare acqua non potabile di superfice. Questi fattori hanno portato all’aumento delle malattie e di conseguenza ad una maggiore domanda nel settore sanitario, che era già severamente limitato e danneggiato.
Il Cantone ha fatto sforzi significativi per ricostruire le infrastrutture per portare acqua e elettricità e provvedere ai maggiori e prioritari bisogni del settore della salute. A partire dalla liberazione, in un periodo di soli 8 mesi, il Kobanê Reconstruction Board ha ricostruito fino al 60% delle infrastrutture dell’acqua e dell’elettricità. Questi sforzi hanno ridotto le criticità del settore sanitario, ma le strutture sanitarie utilizzano ancora generatori elettrici e un’offerta razionata di acqua per rispondere ai propri bisogni. Al fine di provvedere ad un efficace e completo soddisfacimento dei bisogni sanitari della comunità è essenziale che ai confini fra la Turchia e il Rojava venga aperto un corridoio umanitario che consenta un flusso semplice dei necessari aiuti, incluso generatori elettrici, donazioni mediche e equipaggiamento.
Un’altra conseguenza di questo embargo ha portato ad una situazione in cui il Cantone è incapace di provvedere alle cure mediche dei pazienti. Quando è necessario i pazienti sono trasferiti al vicino Cantone di Cezire con un viaggio della durata di 6 ore. Questa distanza ha comportato la perdita di vite, o il prolungamento del dolore e della durata della cura per i pazienti in emergenza. Attualmente la necessità di contare sul Cantone di Cezire rappresenta un ostacolo per l’accesso alla salute nel Cantone di Kobane, esacerbato fortemente dall’embargo messo in opera dalla Turchia.
Recentemente il Cantone ha sopportato una revisione delle misure di sicurezza come conseguenza della seconda ondata di attacchi del 25-26 giugno 2015. Prima della liberazione parecchi componenti dello Staff Medico sono stati feriti o hanno perso la loro vita nel tentativo di provvedere alle cure mediche per la comunità e le unità di protezione. La perdita di personale essenziale è ancora sentito nel settore sanitario del Cantone. Il conflitto ha portato anche ad una significativa perdita di macchinari, equipaggiamenti e ambulanze. La sicurezza resta un aspetto essenziale per il Cantone e tutti gli sforzi sono messi in atto per assicurare adeguati livelli di sicurezza.
Un’altra area di preoccupazione riguarda il piazzamento deliberato di mine e trappole esplosive in centinaia di villaggi che si trovano intorno a Kobane. Molti abitanti dei villaggi che sono sulla via del ritorno non possono reinsediarsi nei villaggi e stanno dentro Kobane. Questa criticità ha comportato la perdita di 50 vite nel complesso fra Kobane e villaggi. Mentre la gran parte di Kobane si stima sia libera dalle mine, i villaggi rappresentano una questione di grave preoccupazione per il Cantone. La popolazione di ritorno nei villaggi è ospitata a Kobane e nel Campo Mishtanu. Si stima che più di 100 famiglie sono ospitate in questo campo.
La rimozione delle mine è legata all’assicurazione per un ritorno in sicurezza di questi cittadini. Mentre le ONG che si occupano di sminamento si stanno ancora occupando di Kobane e non hanno ancora esteso il loro raggio di azione in modo tale da raggiungere la gran parte dei villaggi fuori città. Nel primo quarto del 2015 una ONG internazionale ha procurato 8 ambulanze al Cantone ma non è stato consentito che queste attraversassero il confine.
Dopo mesi di ritardo le ambulanze sono state trasferite nel Nord Iraq per essere poi portate nel nord siriano ed in particolare nella regione del Rojava. Tuttavia la guerra e l’embargo in corso hanno comportato che altre parti del Rojava, compreso il Cantone di Cezire, hanno avuto la stessa esperienza di problemi di mancanza di supporto nel settore della salute. Questo ha comportato che le esistenti limitate risorse sono state suddivise equamente fra i cantoni. Di conseguenza, metà delle nuove ambulanze sono state redistribuite nel Cantone di Cezire per rispondere ai bisogni urgenti della popolazione di Cezire.
Nonostante le limitazioni correnti e le barriere, il Cantone ha intrapreso una significativa opera di ricostituzione dei livelli dei servizi del settore sanitario, e questo processo è ancora in corso. Considerando le limitazioni attuali e il Iivello dei danni sostenuti durante il conflitto, il Cantone ha avviato un ammirevole programma di ricostruzione della città. L’approccio utilizzato è stato largamente influenzato dalla filosofia del recupero (rebuilding), persino durante la guerra. Mentre il Cantone e la maggor parte del Rojava, a nord della Siria, sono stati attualmente liberati e sono liberi dalla guerra e dal conflitto, la gran parte del resto della regione rimane in una posizione instabile. La prospettiva del Cantone è di continuare nell’approccio del recupero, incoraggiando il ritorno di degli sfollati interni (internally displaced people -IDPs) e rifugiati per partecipare attivamente e prendere su di sé la piena responsabilità della propria comunità locale e della citta. Combinando questa ideologia con le passate lezioni e gli accresciuti livelli di sicurezza il Cantone di Kobane è riuscito a dotarsi di un estensivo servizio sanitario che si occupa dei 190 mila cittadini ritornati nel Cantone. Molti altri rifugiati continuano a tornare nel Cantone settimanalmente.
Incoraggiando l’apertura di un corridoio umanitario dalla Turchia, e consentendo un maggiore supporto da parte delle ONG e di altre istituzioni nei servizi di trasporto e nelle offerte di aiuto si avrebbe un significativo effetto positivo sul settore sanitario del Cantone.
The Kobanê Reconstruction Board
Kordînasiyona Gîştî A Nu Avakirina Kobanê

Tradotto da Staffetta Sanitaria
Helpkobane.com